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Albero della Vita e Tarocchi

albero della vita

Albero della Vita Il Simbolismo dell’Albero

L’immagine dell’Albero si è sempre prestata nel corso dei secoli e in tutte le culture a immagine del collegamento tra cielo e terra e anche come simbolo dell’uomo e della donna e come archetipo della vita, come un seme che cresce, si rigenera e rinasce ciclicamente.

Le radici dell’albero indicano la stabilità e la solidità come i piedi che rappresentano la connessione con la Terra e l’appoggio su una base concreta che offre sicurezza.

L’albero simboleggia la crescita e la rigenerazione, il nutrimento e la prosperità, perché attraverso le sue radici, trasmette linfa vitale al tronco e ai rami per lo sviluppo, come il sangue nell’uomo che trasporta le sostanze nutritive per garantire un’evoluzione costante e suggerisce che abbiamo le risorse necessarie per dare sostentamento ai nostri sogni e ideali e ottenere il successo e la realizzazione.

La chioma dell’albero e la sua altezza, come la testa dell’uomo, rappresentano la connessione con il cielo e con l’universo e con la dimensione spirituale e l’interconnessione con la natura e con tutto ciò che esiste.

L’albero è anche simbolo di saggezza e di conoscenza, le sue radici sono correlate alle radici delle tradizioni e delle conoscenze ataviche, mentre i suoi rami e le foglie simboleggiano l’espansione della coscienza. L’albero diventa il simbolo di ricerca interiore e la ricerca di trarre insegnamento dai nostri predecessori e dalla natura stessa.

Infatti l’albero viene rappresentato come un albero genealogico, che mostra le connessioni tra i membri della famiglia e la continuità della loro linea di discendenza.

Simbolismo dell’Albero come Pilastro del Mondo nei Tarocchi

Questo simbolo antichissimo e ricco di significati è presente anche nei Tarocchi seppure in forma molto stilizzata. Nei tarocchi di Marsiglia ci sono due Arcani Maggiori che possiamo correlare al pilastro e all’Albero e anche correlare tra loro e sono l’arcano dell’Appeso e l’arcano della Torre.

lappeso marsiglia
la torre marsiglia

Da una prima disamina delle due immagini vediamo uno stare e un divenire. L’Appeso è collegato a una fune bianca con ai lati due alberi con i rami potati e la chioma verde fluente che si allinea alla chioma azzurra della figura, il colore che ricorda l’azzurro del cielo e il significato introspettivo del colore stesso.

L’azione è canalizzata in verticale, ma in discesa, dove anche le mani sono nascoste per non rallentare l’attrito della caduta. In discesa vediamo anche i due personaggi che cadono o si rovesciano ai piedi della Torre.

Il personaggio dell’Appeso con a lato i due alberi potrebbe rappresentare la colonna o il pilastro centrale, dell’Albero della Vita cabalistico, chiamato della misericordia o della clemenza ed è equilibrante rispetto agli latri due pilastri e potrebbe essere correlato al Sushumna indù.

Sushumna è il principale canale energetico del corpo sottile e corre parallelamente alla colonna vertebrale. Attraverso di esso, l’energia vitale, o “prana”, si muove verso l’alto, ascendendo lungo il percorso dei Chakra.

Il Muladhara Chakra, situato alla base della colonna vertebrale, è considerato il punto di partenza di questa energia, mentre il Sahashara Padma il loto dai mille petali, posizionato al vertice del capo, rappresenta la sua destinazione finale.

Il canale Sushumna, con la sua connessione alla colonna vertebrale, simboleggia anche la centralità e l’equilibrio nella nostra esperienza umana. Rappresenta la fusione tra la dimensione fisica e quella spirituale, unificando il corpo e la mente in un’unica entità integrata.

Gli arcani dell’Appeso e della Torre rappresentano la stabilità e la solidità, il primo nella conoscenza e nella ricerca della divinità dentro di noi e di quelle cose che rimangono imperiture, la Torre che in realtà si chiama “La Maison Dieu” cioè “La casa Dio”, rappresenta un pilastro fisico, ed esprime il concetto di solidità transitoria e del divenire in altre dimensioni e forme.

Una solidità la cui durata dipende dagli interventi della Natura e del divino. “La Casa Dio” come il “Dio Albero” potrebbe incarnare e racchiudere l’ordine della struttura di tutto il Cosmo. Se esso, dunque, cade, il Cielo crolla e la Vita si estingue.

Entrambe le immagini degli arcani, Appeso e Torre, rimandano all’essenzialità e all’apertura verso noi stessi e verso altre dimensioni dell’essere e della creazione, come base indissolubile per costruire e conoscere il nostro mondo interiore ed esteriore.

Albero della Vita o Albero del Mondo nei miti della Creazione

L’Albero della Vita è un simbolo antichissimo presente in molte culture e religioni del mondo. La sua storia risale a migliaia di anni fa, quando gli antichi popoli lo utilizzavano per rappresentare la vita, la fertilità e la forza della natura.

L’albero è un simbolo ampiamente diffuso tra le culture antiche e rappresenta una concezione di “totalità”, poiché simboleggia la struttura multilivello del Cosmo, presente in molte tradizioni come l’axis mundi, come punto fisso di sostegno del cosmo.

Di seguito viene fatta una carrellata della simbologia dell’Albero nei miti delle più importanti civiltà del passato e possiamo dedurre come questo simbolo sia sempre presente e ricorrente come un legame profondo, intrinseco e indissolubile.

Albero della Vita e antico Egitto

albero della vita pilastro del mondo

A questo proposito è interessante fare il parallelo con il pilastro Djed dell’antico Egitto che indica la stabilità e la durata nel tempo e viene correlato ad un albero dove il tronco è rappresentato dal pilastro del mondo (Djed) attorno al quale ruoterebbero i firmamenti e il pilastro/albero del mondo era il centro dell’universo ed era considerato la colonna vertebrale di Osiride, il Dio legato alla morte, alla resurrezione e all’immortalità.

Nell’Antico Egitto figurano altri alberi sacri che alcuni studiosi indicano come Albero della Vita, della conoscenza e dell’immortalità, come l’albero di acacia l’albero simbolo della dea Isis e della rinascita, l’albero di Ished albero simbolo del Dio solare raffigurato come un grande gatto talvolta con le orecchie di lepre che stava a guardia dell’albero Ished ed era l’albero sulle cui foglie la dea Seshat e il dio Thot incidevano il nome del faraone e il numero degli anni di regno. Il sacro sicomoro albero legato alla dea Hathor che si vede spesso raffigurata nell’intento di donare i frutti portentosi, i fichi del sicomoro, considerati una fonte di nutrimento immortale e di saggezza, di fertilità e prosperità.

Albero della Vita e Induismo

Anche nella cultura vedica induista esiste un albero centrale che si specchia in due alberi uniti alle radici o alla cima, perché rappresentano due modi diversi di considerare l’origine della manifestazione. L’albero eretto rappresenta il complesso della creazione, l’aspetto più basso della manifestazione, radicato nelle acque inferiori o nella prakṛti, la sostanza primordiale. L’albero capovolto rappresenta il Brahaman (il sé universale, l’assoluto), l’aspetto non manifestato, radicato nelle acque superiori.

Nella mitologia vedica indiana, e nei testi sacri indù, l’Albero della Vita è conosciuto come “Ashvattha” e parlano di Ashvattha come un albero di jambu (eugenia jambolana), situato nel giardino della residenza suprema e originaria dell’umanità, chiamata Uttarakuru, situata sulla cima del monte Meru, la montagna cosmica. L’albero era un prolungamento naturale lungo l’axis mundi.

Questa concezione dell’Albero centrale con i suoi rami che strutturano il cosmo in senso verticale e orizzontale è presente anche nella tradizione buddista e giainista, con lievi varianti.

In ciascuno dei piani o mondi attraversati dall’Albero della Vita, che è l’ashvattha, che siano Inferi, Paradisi, o il mondo degli uomini, l'”albero centrale” ad essi associato si moltiplica a raggiera in una serie infinita di altri alberi, tuttavia i testi parlano per i mondi diversi oltre il nostro, di 4 alberi in totale per il Paradiso, ognuno per i quattro punti cardinali e di due alberi spinosi per il piano degli inferi.

L’albero della Vita viene associato come simbolo a quello del Risvegliato, sia alla sua nascita, all’illuminazione e alla morte, come di un albero di fuoco e di luce, conosciuto come Albero della Bodhi, o dell’illuminazione, perché sotto uno di questi alberi Siddharta Gautama raggiunse la suprema consapevolezza, si tratta di un albero di fico, diventato sacro per gli induisti, i buddisti e i giainisti e chiamato anche Peppal, l’albero che Krishna aveva già scelto come sua rappresentazione.

Albero della Vita Le similitudini sumere e bibliche

geni alati e albero sacro

Cominciamo dal nome “E din” in sumero e “Eden” nella Bibbia per descrivere il giardino nel quale vengono custoditi due preziosi Alberi, L’Albero della Vita e quello della Conoscenza.

Ci sono delle correlazioni precise tra il poema sumero intitolato “Enki e Ninhursag” e le vicende narrate in Genesi. Anche il mito del diluvio universale è di origine sumera ed è narrato nel poema “Atrahasis” dove si narrano le gesta di Ziusudra poi diventato Noè.

L’Albero della Vita era chiamato dai sumeri “Kiskanu” l’albero che cresceva nel giardino vicino alla città di Eridu. A questo albero si possono associare le valenze di Albero cosmico perché le sue radici fatte di pietre preziose, arrivavano sino alle profondità dell’universo e la sua chioma si protendeva all’infinito nel cielo cosmico.

Nelle raffigurazioni, il serpente Nin-gizzida, chiamato “il signore dell’albero”, viene spesso rappresentato con il corpo arrotolato intorno all’albero Kiskanu, con le sue due teste o il volto umano visibili a rappresentare il suo potere di guarigione e di resurrezione, mentre nel giardino biblico il significato del serpente si rovescia e diventa simbolo del male e della tentazione.

Inoltre nelle raffigurazioni assire l’albero Kiskanu è rappresentato con due geni alati come nel giardino biblico a protezione dell’Albero vengono descritti due cherubini.

Albero della Vita nella tradizione norrena

Yggdrasill è un albero mitologico che appare nella mitologia norrena, (la mitologia dei popoli norvegesi e delle loro colonie nordiche e germaniche) rappresentante l’asse del mondo, l’interconnessione tra i nove mondi, e la fonte di tutta la vita.

Yggdrasill è un albero di frassino gigante che si estende attraverso i nove mondi.

yggdrasill
  • Asgard: È il regno degli dèi Aesir, il pantheon di divinità benefiche, guidati da Odino. È considerato il più elevato e glorioso dei mondi, con magnifiche sale e palazzi
  • Midgard: È il mondo degli umani, situato al centro dell’universo. È circondato da un grande oceano e protetto da un serpente gigante di nome Jormungand.
  • Alfheim: È il regno degli elfi luminosi, esseri leggendari associati alla bellezza e alla magia.
  • Vanaheim: È il regno degli dèi Vanir, un’altra famiglia divina norrena. È associato alla fertilità, alla natura rigogliosa e alla magia.
  • Jotunheim: È il regno dei giganti, creature di potenza e forza straordinaria. Molti di loro sono considerati nemici degli dèi e degli umani.
  • Niflheim: È un mondo freddo e oscuro, associato al gelo e al ghiaccio. È abitato da creature malvagie e dalla primordiale entità del ghiaccio chiamata Ymir.
  • Muspelheim: È un mondo di fuoco e lava, governato dal gigante del fuoco chiamato Surtr. È considerato un luogo di distruzione e caos.
  • Svartalfheim: È il regno dei nani, abili artigiani e custodi dei tesori nascosti sotto la terra.
  • Helheim: È il regno dei morti, governato da Hel, figlia di Loki. È un luogo di ombre e oscurità, dove le anime dei morti vanno dopo la morte.

La radice principale dell’Albero Yggdrasill si trova nella terra di Niflheim, mentre il suo ramo superiore si estende nella terra degli dei, Asgard. Le tre radici dell’albero si estendono in direzioni diverse, una verso gli dei, una verso i giganti e una verso il regno dei morti.

L’albero è protetto dal drago serpente Nidhogg, che cerca di distruggerne le radici, ma le tre Norn, le dee del destino, che predestinano la vita degli dei e degli umani, vivono presso l’albero e lo proteggono. Secondo la mitologia norrena, l’albero di Yggdrasill è stato in grado di sopravvivere a lungo grazie alla sua capacità di rigenerarsi, rappresentando così la forza e la vitalità del mondo.

Albero della vita nella tradizione ebraica

Nella tradizione ebraica, l’albero della vita rappresenta la conoscenza e la saggezza divina, mentre nella Kabbalah rappresenta la struttura dell’universo.

L’Albero della Vita racchiude dei segreti esoterici che gli ebrei sefarditi spagnoli e dell’Europa nord occidentale, si sono tramandati oralmente, da bocca a orecchio, per generazioni e poi nel medioevo attraverso i libri e manoscritti che hanno preso il nome di Kabbalah.

La Cabala ha radici molto antiche e risente anche delle influenze provenienti dalle tradizioni esoteriche e filosofiche di altre culture, come l’ellenismo, il neoplatonismo, e le scritture vediche.

Il termine che significa ricevere, ma anche tradizione, accettare e accogliere, ed è un sistema di insegnamenti mistici dove la sorgente divina interagisce con il mondo manifesto attraverso le dieci sfere o ruote, le sephiroth, chiamate anche emanazioni o manifestazioni.

Le 10 sfere dell’Albero, sono i dieci archetipi o caratteristiche divine che gli esseri umani possono conoscere nell’Albero della Vita.
Il macrocosmo si riconosce nel microcosmo e viceversa.

L’Albero della Vita rappresenta un’antica e profonda comprensione della realtà, offrendo una chiave per comprendere sia gli aspetti manifesti che quelli invisibili del Tutto. Attraverso questa rappresentazione simbolica, possiamo cogliere la connessione e la relazione tra il mondo materiale, le leggi naturali che lo governano e l’essenza divina dell’universo.

L’Albero della Vita ci offre un quadro completo di come tutto funzioni e si manifesti. Le sue radici affondano nel terreno, simboleggiando le leggi della Natura e l’interconnessione tra gli esseri viventi e l’ambiente che li circonda.
I suoi rami si estendono verso l’alto, rappresentando l’ascesa verso il Divino e le leggi esoteriche che guidano il cosmo.

Attraverso l’Albero della Vita, siamo invitati a contemplare il nostro posto all’interno di questo schema universale. Possiamo riflettere su come operiamo, comprendendo la nostra natura, le nostre azioni e le nostre relazioni con il mondo che ci circonda.
Inoltre, l’Albero della Vita ci invita a considerare l’intero universo come un insieme interconnesso di energia e coscienza.

Scoprendo questi principi eterni e potenti l’anima diventa “una sola cosa”, la vita migliora notevolmente, perché si trova il vero Sé conoscibile e il vero appagamento dell’essere.

Durante il Rinascimento, la Cabala ebbe un notevole influsso sul pensiero ebraico, così come sulle tradizioni mistiche cristiane ed esoteriche. Alcuni studiosi rinascimentali, come Giovanni Pico della Mirandola, si dedicarono allo studio della Cabala e la integrarono nel loro sistema di pensiero.

Oggi, la Cabala continua ad essere studiata e praticata da coloro che cercano una comprensione più profonda della spiritualità e dell’universo

Albero della Vita conclusioni

L’immagine sacra dell’Albero della Vita si manifesta in molte culture come un simbolo di profonda importanza. Questo Albero si configura come l’asse del mondo, un punto di connessione tra l’universo e gli altri mondi.

Troviamo questa rappresentazione anche in diverse culture come quella dei nativi americani, delle civiltà mesoamericane, dell’impero persiano, romano e bizantino, dell’antica Grecia e della Cina, tra i Celti…

Nella cultura dei pellerossa americani, l’Albero della Vita è un simbolo di saggezza ancestrale e connessione con la natura.

Nelle civiltà mesoamericane, come gli Aztechi e i Maya, l’Albero della Vita assume una grande importanza nella cosmologia. Rappresenta un’alleanza tra cielo, terra e sottosuolo, fungendo da collegamento tra gli esseri umani, gli dei e gli antenati. È un simbolo di connessione universale e di equilibrio cosmico.

Nell’antico impero persiano, l’Albero della Vita è associato alla rigenerazione e alla rinascita. È spesso rappresentato con frutti simbolici che evocano l’immortalità e la conoscenza divina.

Come in Grecia dove secondo il mito, la mela d’oro era il frutto del giardino delle Esperidi che prometteva l’eterna giovinezza e l’albero di Zeus simboleggiava la fertilità, la longevità e la connessione tra gli dei e gli esseri umani.

L’Albero della Vita è un simbolo di connessione tra i mondi, di equilibrio cosmico e di ricerca di saggezza e spiritualità e ci ricorda il nostro legame con il cosmo e con tutte le forme di vita.